Pregare, perché?

Quando i discepoli di Gesù vedevano il loro Maestro andarsene in un luogo appartato e lo sentivano parlare con il Padre suo che è nei cieli, credo che dovessero sentire nel loro cuore una certa incapacità di pregare anch'essi allo stesso modo; capivano che tra Gesù e Dio Padre c'era un rapporto unico, singolare, bello… "Maestro, insegnaci a pregare!", gli chiedevano.
Ancora oggi risuona nei nostri orecchi la stessa richiesta che i discepoli fecero a Gesù e spontaneamente ci accorgiamo di stare già pregando, muoviamo le labbra e parliamo con lui: "Gesù, amico mio, ascolta la mia preghiera!". Quale rapporto di amicizia più bello di quello che attraverso la preghiera possiamo vivere con Gesù?! Quest'amicizia ci dà il coraggio di fare ciò che non faremmo con nessun'altra persona: di chiedergli qualunque cosa, e di attendere come risposta solo ciò che rientra nella sua volontà. A volte però pregare non ci è facile perché le nostre richieste riguardano cose materiali: la bicicletta, il computer, la promozione; se Dio ce le dà allora abbiamo fede, ci crediamo, altrimenti… che fatica! E che tristezza costatare, a volte, come pur desiderando Gesù come amico, magari il migliore amico, poi lo teniamo totalmente a distanza; eppure è in questi momenti che maggiormente Dio ci chiede di farlo entrare nel nostro cuore: "Io sono alla porta e busso!". La messa è il momento più bello per stare con Gesù, possiamo chiedergli scusa se lo abbiamo offeso, ascoltare la sua Parola, nutrirci del suo Corpo, e poi rendere grazie per tutte le cose belle che sono attorno a noi e dentro di noi. Attraverso l'amicizia con Gesù Dio Padre ci chiede di fargLi spazio, di gustare con lui la bellissima avventura chiamata: vita.


don Salvatore Morghese